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Campionato Italiano Singolo: Tra saggi ed enfant prodige, due generazioni a confronto!
Stefano Coppa settembre 2019

Il Campionato Italiano di Singolo, da sempre, ha rappresentato per tutti i giocatori, di tutte le categorie, il principale avvenimento sportivo in calendario ed è inequivocabile che abbia alternato, nel corso della propria storia, momenti positivi ad altri meno, prestando il fianco a discussioni o polemiche frutto, magari, di un carico eccessivo di aspettative ad esso legato. Che se ne sia parlato, dunque, bene o male, il campionato di singolo ha sempre fornito spunti d’analisi, specie sotto il profilo tecnico ed anche per questa edizione, tali spunti non sono mancati. Fra questi, la contrapposizione fra “l’esperienza” e “il nuovo che avanza”. Secondo l’opinione pubblica, il grande matematico Pitagora, a giusta ragione, è sempre stato considerato un grande “saggio”. Filosofo si, ma anche grande esperto di scienza e matematica. Seppur in maniera azzardata, e con una fantasiosa trasposizione, oggi, una figura di tal portata la potremmo accostare al nostro Marco Reviglio che, non a caso, può essere definito anch’egli un grande “saggio” … anche se del bowling! Vuoi per età, vuoi per l’esperienza maturata sul campo, l’ex azzurro ha trovato, negli anni, la quadra perfetta per il suo teorema, anche in considerazione del fatto che il bowling non è nulla più che matematica (o meglio geometria) applicata! In quel di Casalecchio, una delle tre sedi del Campionato 2019, l’atleta “azzurro” ha portato a casa il suo quinto titolo tricolore (3 con la divisa dei New Star; 1 con Diano Marina; 1 coi Cobra), arricchito anche di un “300”, giocato in finale, e confermandosi come una delle principali risorse sportive targate made in italy, al pari dei compagni di mondiale quasi tutti presenti ai vertici della classifica delle qualificazioni. Ai suoi antipodi, un poco come la Spagna e la Nuova Zelanda su di una cartina geografica, una “enfant prodige” ha mosso i suoi primi passi in … società. Roberta D’Elia degli Astroline, figlia d’arte, toscana d’adozione, ma campana di nascita, nella fascia 3 femminile, si è imposta con autorevolezza, portando a casa il primo titolo italiano con un distacco siderale (+193) sulla seconda. A titolo meramente statistico, la D’Elia avrebbe sbaragliato la concorrenza in tutte e 4 le fasce, a partire dalla massima, quella 1, dove per la seconda volta si è imposta la piemontese, anche in questo caso d’adozione, Roberta Ferina, che ha raddoppiato, con la maglia del Red & Black, il titolo conquistato, anni addietro, con la maglia de La Favorita Palermo. Ma le storie di questo campionato italiano non si sono esaurite qui: nella fascia 2 maschile, Denis Reggiani, del A.S. 2001, ha visto sfumare lo scudetto … in zona Cesarini. Sempre avanti, anche se solo di una spanna, sia in qualificazione sia in semifinale, il bolognese è rimasto vittima di un sostanziale equilibrio, finendo col cedere il passo ad Alessandro Boschi, del Galeone, nel finale, per 11 birilli. Un equilibrio praticamente sconosciuto nella fascia 2 femminile e 3 maschile, dove la Edyta Skorus, dei Cobra, non ha avuto problemi a regolare le avversarie, chiudendo con un vantaggio di +160, e dove Massimo Stefani, degli All Star, ha blindato (+100 e +170) il suo duello a distanza con Andrea Subazoli del Tricolore e Alfonso Marrazzo del Sintesi di Striano (Na). Il team campano, nella fascia 4, ha, a sua volta, quasi assaporato il piacere della vittoria, chiudendo al secondo posto con Alessandro Gaetano. Il ritardo di 17 birilli, accumulato in finale, ha premiato l’atleta del Castelfranco, Silvano De Guarda, vincente grazie anche allo sprint nell’ultima partita (254); quello stesso sprint mancato alla Baldi, degli Astroline, nella fascia 4 femminile, per cercare di riprendere la Stefania Magni, del A.S. 2001, campionessa con un vantaggio di +40.

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